Home | Arte. Cultura. | Memorie del Lavoro e Spazi Industriali
Museo del Patrimonio Industriale, Via della Beverara, Bologna, (BO)
giovedì, venerdì 9.00 - 13.00
sabato, domenica 10.00 - 18.30
chiuso lunedì non festivi, 25 dicembre (Natale)
24 / 31 dicembre 10.00 - 14.00
26 dicembre (Santo Stefano) / 6 gennaio (Epifania) 10.00 - 19.00
1 gennaio (Capodanno) 11.00 - 19.00
intero € 5
ridotto € 3
ridotto speciale giovani tra 19 e 25 anni € 2
gratuito possessori Card Cultura
Museo del Patrimonio Industriale, Via della Beverara, Bologna, (BO)
giovedì, venerdì 9.00 - 13.00
sabato, domenica 10.00 - 18.30
chiuso lunedì non festivi, 25 dicembre (Natale)
24 / 31 dicembre 10.00 - 14.00
26 dicembre (Santo Stefano) / 6 gennaio (Epifania) 10.00 - 19.00
1 gennaio (Capodanno) 11.00 - 19.00
intero € 5
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ridotto speciale giovani tra 19 e 25 anni € 2
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Arriva a Bologna, il 19 dicembre 2024, visibile dal 20 dicembre 2024 al 4 maggio 2025, il Museo del Patrimonio Industriale dei Musei Civici di Bologna presenta il nuovo spazio informativo "Memorie del Lavoro e Spazi Industriali". Curato da Eloisa Betti e Andrea Bacci, il progetto è realizzato in collaborazione con Clionet – Associazione di ricerca storica e promozione culturale, e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, FIOM-CGIL Bologna e SPI-CGIL Bologna.
L’esposizione si propone di esplorare le interconnessioni tra le architetture industriali di Bologna e l’identità operaia della città, presentando una selezione di fotografie storiche tratte dagli archivi di FIOM-CGIL Bologna e del Museo del Patrimonio Industriale. Un'ulteriore mappa permette di ricostruire i luoghi simbolo della produzione industriale bolognese, illustrando al contempo le forme di attivismo operaio che caratterizzarono gli anni Settanta e Ottanta. Le immagini documentano sia le trasformazioni urbanistiche legate alla rapida industrializzazione del territorio, iniziata con il boom economico, sia le mobilitazioni di massa dei lavoratori contro la crisi industriale degli anni Settanta: presidi, assemblee, scioperi, manifestazioni, cortei e picchetti.
In una sezione dedicata, il sito web Bologna metalmeccanic@ offre percorsi di public history su dieci fabbriche della metropoli bolognese (Arco, Cogne, Sasib, Giordani, Casaralta, Minganti, Sabiem, Calzoni, Cevolani, Curtisa), arricchiti da fonti archivistiche, testimonianze orali e contenuti multimediali che permettono un'esperienza interattiva dei contenuti storico-culturali.
Un'altra parte significativa dello spazio espositivo è dedicata a una serie di materiali inediti, creati dall’artista Andrea Bacci, che raccontano attraverso 45 fotografie in bianco e nero – scattate tra il 2019 e il 2024 – i luoghi in cui un tempo sorgevano le principali fabbriche metalmeccaniche di Bologna, ormai dismesse o in via di demolizione. Le immagini documentano la loro trasformazione: spazi oggi abbandonati in attesa di essere abbattuti, altre volte riconvertiti in luoghi culturali o commerciali, oppure scomparsi sotto la nuova urbanizzazione, ma sempre testimoni di un importante passato industriale.
Completano l’esposizione tre documentari inediti, che raccontano le fabbriche dal punto di vista degli operai che vi hanno lavorato. I filmati – dedicati ai temi della vita (Quando c’era la Giordani), dell’amore (Noi siamo la Minganti) e della morte (C’era una volta l’Arco) – restituiscono l’esperienza del lavoro e il legame profondo degli ex operai con i luoghi che li hanno visti protagonisti, attraverso testimonianze dirette e il ritorno fisico negli spazi che li hanno accompagnati per tutta la loro carriera.
Il progetto "Memorie del Lavoro e Spazi Industriali" fa parte del percorso di ricerca Bologna metalmeccanic@, promosso dal Museo del Patrimonio Industriale di Bologna in collaborazione con Clionet, il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell'Università di Bologna, FIOM-CGIL Bologna e SPI-CGIL Bologna, con il supporto della Regione Emilia-Romagna. Questo progetto intende stimolare una riflessione sulla trasformazione dei luoghi di lavoro nel settore metalmeccanico bolognese negli ultimi cinquant’anni, attraverso attività di public history, video-interviste, campagne fotografiche, raccolta di memorie scritte, e l'attivazione di iniziative didattiche nelle scuole e coinvolgendo le comunità locali e gli ex lavoratori.